Fare posto al vuoto (II parte)

Il vuoto non è assenza, è il luogo della presenza

Come abbiamo visto la nostra cultura ci spinge costantemente verso il pieno. 

Ci spinge ad avere sempre più informazioni, ci induce a credere che più cose materiali possediamo e più siamo al sicuro, e finiamo per credere che il vuoto sia mancanza e il pieno sia abbondanza e che il nostro valore dipenda da quanto sappiamo e da quanto possediamo. Così tutto concorre a farci desiderare un sempre maggiore controllo. Ma più aumenta il controllo e più aumenta la paura, perché stiamo mandando al nostro sistema un feedback costante: ho paura e aumento il controllo, e se c’è bisogno di controllare allora faccio bene ad avere paura! Quindi un circolo vizioso per cui più aumenta il controllo e più ho bisogno di controllare, perché aumenta la sensazione che qualcosa non va.

Ma quando cominci a sperimentare momenti di vuoto, quando inizi a restare in silenzio, a praticare la presenza o a meditare, ti accorgi che questa idea del vuoto come assenza di tutto è solo illusoria. 

È proprio il contrario infatti: il vuoto non è assenza ma è il luogo della presenza! 

È qui che puoi finalmente incontrare la tua parte più autentica, libera e non condizionata.

È qui che puoi finalmente sperimentare l’essere, senza dover fare, pensare, dire, ecc. semplicemente essere, da cui essenza. Quindi il vuoto, non solo è il luogo della presenza, non è il luogo dell’assenza ma dell’essenza. 

Ed è anche il contenitore che mi permette di esplorare i miei confini interni e di espanderli.

Qui infatti cominci a percepire una dimensione più grande di quella mentale, la dimensione della coscienza, che non ha confini. E allora ti accorgi che se non ci sono confini, se non ci sono separazioni, c’è ben poco da controllare. E ti accorgi anche che questa condizione non limitata dal fare, dal pensare, dal risolvere, dal sembrare, dal bisogno, dalla mancanza, dalla paura, ecc. questo semplice “sono” ti produce un grande benessere. Non solo: ti nutre, ti ricarica e finisci per accorgerti che non hai proprio bisogno di nient’altro! Non che non ti faccia più piacere vivere al di fuori di questa dimensione, anzi il piacere di vivere anche fuori da questa dimensione aumenta, perché aumenta in generale il piacere di vivere, come se avessi acquisito una dimensione percettiva in più che da nuovo sapore, colore, suono al vivere. Una sorta di realtà aumentata, per usare un termine tanto caro alla nostra modernità.

A questo punto subentra uno stato di fiducia che prende il posto del controllo e dell’aspettativa, benessere e fiducia insieme fanno sì che tu possa smettere di posticipare e cominci a godere di ciò che c’è già, qui dove sei, ora. E questo lo puoi portare in ogni istante della tua vita. Certo così a parole può sembrare complesso, ma è molto meno difficile farne esperienza.

Questo equivale anche a farsi “condurre dal cuore”. All’interno di noi infatti abbiamo un grande Maestro che si trova al centro del nostro essere e che è direttamente collegato al nostro Sé: il nostro Cuore. Il cuore, in varie culture e tradizioni spirituali, compresa la nostra, è lo strumento principe del sentire puro, che funziona anche come “altare interiore” in cui possiamo accogliere il divino o in altre parole il nostro Sé superiore.

A volte il cuore e la mente sembrano andare in direzioni separate, sono quelli i momenti in cui siamo chiamati a purificare il nostro sguardo per sintonizzarlo sul sentire puro. O a purificare il nostro sentire per sintonizzarlo sull’osservazione consapevole. In altre parole accordare il cuore con la mente, l’anima con lo spirito. Nel concreto significa lasciare andare giudizi, aspettative, credenze, condizionamenti culturali, familiari, sociali, e guarire ferite passate, blocchi che provengono dalla storia personale, senso di mancanza, bisogni, paure, rabbia, tristezza, ecc.

Quando il cuore contraddice la mente razionale è una vera benedizione, perché stiamo attraversando un confine dell’ego e possiamo accedere ad una nuova autenticità. Arrenderci, accogliere, integrare.

Così come quando la nostra mente è libera da pensieri ossessivi, preoccupazioni, incessante problem solving, ecc. abbiamo una visione chiara delle cose, così quando il cuore è libero, il nostro sentire diventa autentico e limpido e può farci da Guida.

Quando siamo in contatto con il nostro sentire autentico e la nostra visione chiara ecco che il nostro cuore e la nostra mente tornano vuoti!

Come spesso accade anche nei processi di guarigione il principale lavoro che necessitiamo fare consiste nel togliere più che nell’aggiungere.

Ma fin qui sono riflessioni, che possono aiutare a saziare la mente curiosa, ma solo il farne esperienza permette di trasformarci davvero.

Certamente se non siamo abituati a farlo abbiamo bisogno di sperimentarlo un po’ alla volta, di allenare gradualmente il nostro “muscolo da meditazione”. 

Allora ti propongo di sperimentare una piccola pratica  di “passaggio dallo zero”, una delle tante versioni, per avvicinarti all’esperienza del vuoto.

Puoi usarla quando la tua mente è confusa e non riesci a fare altro che lasciarti portare via. 

Per praticarla non ti serve nulla, solo te stess*.

Una pratica che in realtà è “non pratica” perché comincia proprio smettendo di fare: fermandoti qui dove sei, adesso.

Mi fermo dove sono. Lascio andare il chiacchiericcio mentale e faccio posto al silenzio. Mi concedo la possibilità di non seguire più quello che tende a portarmi via. Scelgo, istante dopo istante, di restare invece che andare, di non fare invece che fare, di non aggiungere nulla al mio essere semplicemente. Smetto di trattenere qualsiasi cosa che ancora sto trattenendo, smetto di aggrapparmi e di seguire ogni pensiero e mantengo l’attenzione sul mio respiro.

Riconosco gli agguati che si presentano via, via (bollette da pagare, cose che non ho fatto, prurito da qualche parte, rumori esterni, cose apparentemente urgenti o inderogabili, ecc.) e semplicemente rinuncio a cacciarli o a seguirli. 

Se mi prendo il tempo per farlo, il tempo di qualche respiro, chiudendo gli occhi, entrando dentro e rimanendo come se restare fosse la cosa più importante del mondo. E lo è.

Allora in pochi passaggi mi ritrovo al centro del mio cuore vuoto, dove ciò che è superfluo si dissolve e rimane solo l’essenziale!

Ecco che ho raggiunto il luogo in cui ci sono tutte le risposte, ecco che posso restare e fare esperienza di chi io sono davvero!

Ti invito a provarci. Prenditi il tempo di pochi respiri, resta come se rimanere in contatto con te stess* fosse davvero la cosa più importante! 

Per essere sicur* che nessuno ti interrompa prima puoi staccare la suoneria del telefono o ancora meglio spegnerlo. Mettiti in un luogo tranquillo, dove nessuno ti può disturbare. 

E poi, se ti va, raccontami qui la tua esperienza

🙏🏽💫

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Grazie! 🙂

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